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E' Morto Dario Fo
"Se mi capitasse qualcosa, dite che ho fatto di tutto per Campare" Ciao Dario - eterno " giullare" - STeP Art_ a cura di Manuela Torre
“Fermare la diffusione del sapere è uno strumento di controllo per il potere, perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare di persona e non fidarsi di quello che ti dicono. La conoscenza ti fa dubitare! Soprattutto del potere. E di ogni potere!”: è questo, uno degli innumerevoli e preziosissimi pensieri, nonché insegnamenti essenziali, espressi e diffusi, a grande capacità e libertà, da colui che, verso la suddetta conoscenza, ha sempre nutrito un intatto senso di seria responsabilità e fanciullesca, gioiosa curiosità: Dario Fo, nato il 24 marzo del 1926 a Sangiano, un comune della provincia di Varese in Lombardia.
Sommo attore e drammaturgo, nuovo inventore della satira e della comicità, regista, scenografo, impresario; scrittore di testi, contraddistinti dal talento di mettere in crisi le certezze ed in forse le opinioni, suscitando indignazione ed “aprendo un po' le teste” del lettore od ascoltatore; oltre a ciò: autore anche di canzoni, pittore, illustratore; attivista italiano, uomo di sinistra fuori dal coro e militante senza bandiere: Dario Fo: un magnifico talento rinascimentale, personalità travolgente ed artista poliedrico; in sintesi, come lui stesso ha sempre favorito definirsi, un giullare della cultura italiana.
Ma, su ogni definizione e ruolo, Dario Fo è stato, anzitutto, colui che ha faticato, cantato e riso forte, fortissimo, affinché le classi sociali, costrette e strette, per secoli, nell'ignoranza, acquisissero finalmente consapevolezza ed orgoglio del segreto evidente della rivalsa e della rinascita: il popolo è depositario delle radici della propria cultura; e: cultura è potere; cultura è potenzialità; cultura è possibilità; cultura è libertà; cultura è uguaglianza.
“Seguendo la tradizione dei giullari medioevali, Dario Fo dileggia il potere, restituendo la dignità agli oppressi”: sono le parole che hanno accompagnato il Nobel per la letteratura che, nel 1997, è stato, più che meritatamente, conferito a Fo.
Nel suo percorso libero, Dario viene affiancato dall’amatissima compagna, Franca Rame (Parabiago, 18 luglio 1929 – Milano, 29 maggio 2013), attrice teatrale, drammaturga e politica; “Con Franca, abbiamo vissuto tre volte più degli altri!", ha sempre specificato Dario in merito alla loro unione, durata ben sessant’anni, rendendoli una cosa sola, come Filemone e Bauci, due grandi alberi con radici e rami intrecciati.
La coppia ha scelto di allontanarsi dal cosiddetto “teatro borghese”, al necessario scopo di portare i propri spettacoli, nati dalla cultura popolare e restituiti al popolo, in fabbriche occupate, piazze, case del popolo e carceri.
La scorsa mattina, del 13 di ottobre, presso l'ospedale Sacco di Milano, all’età di 90 anni ed in seguito ad una insufficienza respiratoria causata da una patologia polmonare di cui era sofferente da anni, Dario Fo si è messo in viaggio verso l’oltre: “E, se dovesse capitarmi qualcosa, dite che io ho fatto di tutto per campare!”: si è raccomandato, con seria ironia, di ricordare e ricordarci, Dario.
Dario Fo ha lavorato 8-9-10 ore al giorno, e divertendosi, come da sempre, fino all’ultimo: tant’è che, soltanto il passato 20 settembre, ha presentato a Milano “Darwin”, il suo ultimo libro, dedicato, appunto, al padre dell'evoluzionismo; testi del medesimo libro hanno, inoltre, accompagnato l’esposizione di dipinti, opere grafiche, bassorilievi, sculture e pupazzi creati da Fo; un’esposizione, quest’ultima, svoltasi, la trascorsa estate, presso il rifugio creativo di Dario e Franca: il Palazzo del Turismo a Cesenatico.
Fino a qualche giorno prima dell’aggravarsi delle sue condizioni, Dario Fo ha cantato per ore ed ore.
Grazie, e di tanto, Maestro, che il prosieguo ti sia divertente, ancora.