STeP Art_ a cura di Manuela Torre « LE PIRAMIDI PRENDONO LA FORMA DEL VESUVIO»

 

A Napoli, fervono i preparativi: presso il MANN-Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il prossimo 7 ottobre, e dopo 6 anni di chiusura, si inaugureranno le riaperture della sezione egizia e di quella epigrafica, presentando al pubblico 1.400 reperti e l’intero riallestimento di dieci sale: “il Museo Nazionale Archeologico di Napoli – come  specifica lo stesso direttore del MANN, Paolo Giulierini - si candida ad essere punto di riferimento nel centro-sud Italia, per quanto riguarda l'Egitto e l'Oriente. Con queste riaperture, le due nuove sezioni avranno delle guide dedicate e presenteranno il corposo materiale egizio del museo; anche la sezione epigrafica presenterà una delle collezioni più importanti del mondo, fornendo un excursus cronologico delle lingue parlate in Campania".

L’intento delle suddette riaperture si concretizza grazie al progetto “Egitto – Pompei”, nato dalla collaborazione tra il Museo Egizio di Torino, la Soprintendenza di Pompei ed il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, al fine di mostrare l’importanza della cultura egizia nel Mediterraneo, soprattutto a Pompei, dove il culto isiaco è testimoniato dalla presenza del tempio dedicato alla dea Iside.

E’ prezioso ed incentivante, inoltre, specificare che, nei primi mesi del 2016, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha segnato un +15% di visitatori rispetto all’anno precedente; a tal proposito, sono state particolarmente determinanti le aperture serali del giovedì, registrando punte di anche 1.500 visitatori. "Certo – precisa Giulierini - , non è importante la corsa a chi fa più numeri, quanto il lavoro di fidelizzazione dei cittadini al museo, che non deve più essere visto come un luogo polveroso, ma come un posto della città da vivere. Questo è un museo che non va dimenticato, è un portale di tutta l’Italia e del Sud. Pertanto, vogliamo incrementare le collezioni permanenti e veicolare, attraverso grandi mostre, in tutto il mondo, l’immagine del museo.”

 

Ad maiora!

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